A fine Febbraio le vite di tutti noi so no state totalmente rivoluzionate da un batterio che, sostanzialmente, ha riscritto la storia della società mondiale. Una società che non sarà più la stessa e che dovrà far fronte ad un nuovo nemico, tanto piccolo quanto disastroso a cui è stato affibbiato un nome che da un paio di mesi evoca morte, angoscia e paura: il COVID-19.

Per mesi ci siamo parlati dai balconi, abbiamo ascoltato tantissimi infettivologi, ognuno con la sua idea, con la sua soluzione, con la sua idea, spesso in contrasto con le altre, di questo virus che ha bloccato del tutto le nostre vite, riportandole indietro nel tempo, ad una guerra che pochi di noi hanno vissuto (per fortuna).

Abbiamo scoperto la passione della cucina, del pane e dei dolci fatti in casa, abbuffandoci in mille prelibatezze per compensare la paura del domani e delle interminabili file fuori i supermercati.

Abbiamo ringraziato (troppo poco) infermieri e dottori per il lavoro svolto, spesso dimenticandoci che anche loro avevano famiglie che li aspettavano a casa ansiosi di poterli riabbracciare.

Abbiamo riscoperto le nostre famiglie, riallacciato a volte rapporti, fatto l’amore e, forse, concepito nuove vite proprio per dare uno schiaffo alla paura e all’incertezza.

Abbiamo pregato, ognuno il proprio Dio, ognuno a suo modo con tempi e strumenti diversi, sperando che da lassù intervenisse per far passare al più presto la pandemia.

Ora l’estate sta portando un nuovo tempo, aiutati dal nostro clima benevolo, torneremo a viaggiare in Italia facendo ripartire l’economia dei consumi di piccoli borghi dimenticati, alla ricerca, chissà, delle proprie origini smarrite in qualche desolato paesino che non vedevamo da chissà quale matrimonio.

Il COVID-19 tanto ci ha tolto ma, di certo, non la voglia di vivere e aiutare tutti quelli che sicuramente hanno sofferto di più perchè già colti da altri guai; ecco anche per loro dobbiamo lottare affinchè il male oscuro non prenda il sopravvento su di noi.