Ci sono argomenti per i quali mai e poi mai si dovrebbe discutere, uno di questi è la beneficenza. Ci stiamo rendendo conto che, ultimamente, per fare del bene si deve pagare; non parliamo di semplici tangenti, ovviamente, ma di qualcosa ancora più losco e viscido: pagare per fare del bene!

Il mondo del no-profit si divide, sostanzialmente, in due grandi aree: i grandi mostri, quelli che ogni anno raccolgono milioni di donazioni (i bilanci sono pubblici basta le prime 5 ONG quanto raccolgono), e le piccole-medie realtà che fanno a pugni tra di loro per avere un minimo di visibilità perché senza visibilità non ci si fa conoscere e, di conseguenza, non si ottengono fondi.

Purtroppo, e questa è un’amara verità, fare beneficenza, oggi, una volta superati tutti gli ostacoli burocratici, significa dover combattere contro questi mostri sacri, che impongono dei veri e propri “listini” di attività\progetti da finanziare e non ci si può allontanare da essi pena l’esclusione dal “giro”.

Diventa primario, a questo punto, scegliere quale percorso seguire, quale missione far propria per evitare di entrare in un calderone mangia-soldi dove, come in un mercato finanziario, grande mangia piccolo; ma noi in questa fiera non ci sentiamo di appartenere, non vogliamo lasciare che il fattore economico fagociti la missione morale che è dietro il progetto Civico33 e che ci spinge a portare avanti i nostri propositi per questa che, almeno per noi, inizia a non essere più una semplice avventura.

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